lunedì 14 settembre 2009


Stragi: Spatuzza parla di Dell’Utri

e i berluscones si arrabbiano

Di Pino Finocchiaro


Il senatore Marcello Dell’Utri è stato citato dal pentito Gaspare Spatuzza negli interrogatori della procura di Firenze sulle stragi e mancate stragi del ’93 a Milano, Roma e Firenze. Questo preoccupa il presidente del consiglio che attacca i magistrati. Mentre l’ex magistrato Luigi De Magistris auspica maggiore sforzo dei magistrati nell'indagare sui rapporti tra Forza Italia e cosche. "Credo - sostiene - che i magistrati debbano fare di più. Non dimentichiamo che Marcello Dell'Utri è un condannato per mafia, ed è il primo consigliere di Berlusconi".

Tutto comincia l’8 settembre a Milano con Silvio Berlusconi all’attacco: “"E' follia pura. So che ci sono fermenti in Procura, a Palermo, a Milano. Si ricominciano a guardare i fatti del '93, del '92, del '94... Mi fa male che queste persone pagate dal pubblico fanno queste cose cospirando contro di noi che lavoriamo per il bene del Paese''.

Ma la procura di Palermo non indaga e non ha competenza sulle stragi del 92-93. Il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, di ritorno dalle vacanze interviene sulle polemiche politiche innescate da Berlusconi : "Mi hanno onestamente sorpreso le dichiarazioni di Berlusconi su noi e sulla procura di Milano, perché noi non abbiamo indagini sulle stragi del '92 e del '93". Dice Francesco Messineo e aggiunge. "Quelle indagini sulle stragi di mafia sono di esclusiva competenza di Caltanissetta e di Firenze, noi a Palermo non abbiamo indagini su questi fatti e non potremmo neppure averne - spiega Messineo - Non riesco a leggere a quale tipo di indagine si fosse riferito il presidente del Consiglio nella sua dichiarazione".

Sull'ipotesi di riapertura del fascicolo "Sistemi criminali" affidato ai pm Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato, Messineo ammette: "Abbiamo sì delle indagini alle quali partecipa e collabora il pentito Gaspare Spatuzza ma si tratta di indagini su delitti di mafia avvenuti a Palermo - dice ancora Messineo - Non ha nulla a che vedere con le stragi. Le indagini non sono di nostra competenza. Non so ne abbia Milano. Anche questo non riguarda il mio ufficio".

L'ex boss di Brancaccio, Gaspare Spatuzza, offre una nuova versione della strage di via D'Amelio sulla quale indaga la procura di Caltanissetta. Sulla sua attendibilità i giudici nisseni non si sono ancora pronunciati. Invece, i giudici di Firenze che indagano sulla strage di via dei Georgofili, cinque vittime, ritengono Spatuzza credibile ed hanno chiesto per l'aspirante pentito il programma provvisorio di protezione.
Le sue dichiarazioni sui rapporti tra mafia, politica e affari potrebbero aprire nuovi scenari ma soprattutto riaprirne altri giocoforza abbandonati per mancanza di prove e testimoni. Spatuzza, che è tra i killer di don Pino Puglisi, propone una nuova versione delle presunte “coperture politiche” contro le quali i magistrati di Caltanissetta e Firenze si sono imbattuti più volte rimbalzando poi sul classico muro di gomma. Nessun segreto di Stato, segreti di fatto. Ad esempio, per il pentito Nino Giuffré, boss di Caccamo, l’attentato allo stadio Olimpico di Roma doveva essere solo dimostrativo ma vi avrebbero potuto perdere la vita decine di carabinieri. Spatuzza ha una sua idea.

“Per fortuna, quella volta qualcosa non funzionò nei circuiti elettrici del telecomando che avrebbe dovuto far saltare in aria un'auto - una Lancia Thema - con dentro 120 chili di esplosivo. – spiega Attilio Bolzoni su Repubblica - Non ci fu strage. Ma rivela oggi il pentito Gaspare Spatuzza ai magistrati di Firenze: "Giuseppe Graviano mi disse che per quell'attentato avevamo la copertura politica del nostro compaesano".

Di ''momento storico particolare'' parla il figlio di Paolo Borsellino, Manfredi: ''Sembra che lo scenario in cui è maturata la decisione di assassinare mio padre possa schiarirsi
da un momento all'altro grazie a nuove collaborazioni e a particolari forse trascurati dagli investigatori in passato'', in una lettera inviata agli organizzatori del dibattito dedicato alla memoria del magistrato, organizzato a Roma da Atreju 09, la festa dei giovani del Pdl.
Su quel palco sale il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto "Nessuno è contro le indagini sulle stragi di mafia. – dice Cicchito, poi precisa - Ma quando si vuole ricostruire un teorema che prevede che nel 1992-93, sia per quanto riguarda Falcone e
Borsellino, sia per quanto riguarda gli attentati di Roma, Firenze e Milano, i mandanti sono stati Dell'Utri e Berlusconi, allora non siamo sul terreno della lotta alla mafia, ma su quello della più volgare strumentalizzazione politica di parte".

La parola ai giudici.

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